Spesso l’aspetto della luce in casa
viene considerato con scarsa attenzione.
Servirebbe, invece, una corretta progettazione dell’impianto di illuminazione al fine di dosare al meglio le fonti luminose, evitando inutili e fastidiosi cavi in eccesso o una mancanza di apparecchi e prese.
Esistono alcuni criteri per definire quante lampade servono, dove collocarle, quante prese e interruttori vanno previsti.
Va in primis considerato che la luce diffusa è fondamentale, in quanto l’illuminazione deve essere gradevole e sufficientemente dosata negli ambienti.
Serve inoltre una luce specifica e diretta nelle zone dove si cucina, si mangia, si cuce, si legge, ci si trucca o ci si rade.
E’ bene anche rispettare determinati parametri d’intensità a seconda delle stanze in cui la luce va collocata: serve una luce forte e diffusa in cucina, nel garage e in bagno, mentre occorre media e diffusa nell’entrata, nei corridoi e lungo le scale; va forte e diretta sui piani della cucina e su quelli dove si stira o cuce, mentre serve media e diretta sul tavolo da pranzo, in soggiorno e nella camera dei giochi; infine, occorre luce bassa e diffusa nella zona relax, vicino alla televisione e per la camera dei bambini durante la notte.
In quanto ai costi, è difficile dare indicazioni in un mondo talmente variegato e stratificato come quello dell’illuminazione.
Per le lampade ci sono modelli di ogni fascia di prezzo: l’importante è valutare che quelle economiche abbiano riportati sulla base e sull’etichetta i marchi di qualità e di certificazione basilari.
Anche per le lampadine è difficile dare cifre precise sui costi: la tecnologia evolve rapidamente e le scelte di mercato si adeguano prontamente.
Negli ultimi anni i prezzi sono lievitati, ma va comunque considerato che sia la durata sia i consumi sono assai più vantaggiosi per l’utente finale.
Fonte: Quotidianocasa.it